(di Augusto Ferrari, Assessore Regionale alle Politiche Sociali della Famiglia e della Casa)
I progressi scientifici, le trasformazioni sociali, demografiche e culturali degli ultimi decenni hanno comportato l’allungamento della vita media e un aumento crescente della popolazione anziana. In poco tempo è anche cambiata l’organizzazione familiare e molti interventi che, in passato, erano garantiti da figli e nipoti vengono ormai gestiti da strutture pubbliche o private.
I rapidi mutamenti della società hanno portato da un lato ad un aumento delle fragilità e dall’altro ad una mancanza di risposte da parte del welfare tradizionale pubblico, richiedendone un’ottimizzazione e un ripensamento e rendendolo più flessibile nel rispondere ai nuovi bisogni. Si rende, pertanto, necessario iniziare una nuova stagione di sviluppo e crescita del benessere sociale che potrebbe essere definita “secondo welfare” o “welfare generativo”.
È importante che vengano favorite tutte quelle azioni tese a promuovere la salute, l’indipendenza e la protezione sociale e siano in grado di ottimizzare il rapporto costo/efficacia del servizio, al fine di rallentare il declino funzionale dell’anziano e contrastare l’insorgenza di malattie croniche. Le politiche sociosanitarie stanno affrontando questa emergenza con lo studio e l’elaborazione di nuovi modelli assistenziali in grado di ottimizzare il rapporto costi/efficacia dei servizi e di consentire stili di vita più salutari, nonché la formazione di professionisti specializzati nell’assistenza degli anziani. Ad un miglioramento delle condizioni di salute della popolazione anziana corrispondono, infatti, minori spese sanitarie e assistenziali.
Non meno importanti sono alcuni aspetti sociali di questo fenomeno, quali l’isolamento, la solitudine, gli abusi, l’abbandono e le forme di povertà, aspetti che devono essere affrontati in modo attento e puntuale e, dove possibile, con politiche di prevenzione.
L’attenzione alla persona che sta invecchiando, ai suoi timori e alle sue aspettative deve ritenersi una condizione imprescindibile sia quando si interpreta la domanda di aiuto, sia quando si orienta la ricerca di soluzioni. È fondamentale comprendere che le richieste che provengono dagli anziani sono, nella maggioranza dei casi, connesse alla globalità dell’invecchiare e riguardano, pertanto, sia patologie fisiche che psicologiche; e le soluzioni individuate devono riuscire ad affrontare e ad alleviare il problema nella sua interezza.
La ricerca condotta da SEA Italia rappresenta un importante contributo per comprendere, attraverso i dati puntuali raccolti dai volontari, quali siano le necessità degli anziani, le difficoltà che incontrano quotidianamente, i disagi, la mancanza di motivazioni e rappresenta una base sulla quale poter costruire politiche mirate che rispondano, in modo puntuale, alle vere esigenze della popolazione anziana.